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Un collaboratore di giustizia è un soggetto che, dopo aver commesso dei crimini, si pente di questi ed inzia a collaborare con la magistratura; si distingue dal testimone di giustizia il quale, a differenza del collaboratore, non ha commesso alcun crimine.

La prima norma a riguardo, 15/1980, prevedeva la concessione di sconti di pena a terroristi, nel caso in cui questi avessero fornito un importante aiuto alla lotta contro il fenomeno, una volta catturati o consegnatesi alla giustizia.

L. 6 febbraio 1980, n. 15

In seguito, il D.L 8/1991 inserì “ufficialmente” la figura del collaboratore di giustizia nell’ordinamento italiano.

D.L 15 Gennaio 1991, n. 8

Questa fu a sua volta riformata dalla legge 45/2001, la quale pose in essere – tra l’altro- la suddetta distinzione fra collaboratori e testimoni.

L. 13 Febbraio 2001, n.45

Uno dei più “celebri” collaboratori di giustizia fu Tommaso Buscetta (in foto), criminale italiano, boss di Cosa Nostra, che in seguito divenne collaboratore del magistrato Giovanni Falcone.

Le sue rivelazioni furono storiche perchè permisero ai magistrati di ricostruire il funzionamento e la struttura di Cosa Nostra, dati all’epoca sconosciuti.

Per saperne di più:

Collaboratori di Giustizia, aspetti processuali