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Imprenditore edile, 48 anni, albenganese, militante del Partito Democratico. Soprattutto, impegnato nella campagna per le primarie del centrosinistra ligure per Raffaella Paita, come emerge da alcuni scatti pubblicati dai principali media locali.

Il nome di Cassani è uno dei più ricorrenti nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto, tra gli altri, di Ninetto Gullace. Secondo chi indaga, Cassani sarebbe una delle teste di legno usate dal presunto boss per coprire il suo giro di strozzinaggio: Gullace infatti, in passato, era già stato sottoposto a misure di prevenzione; sicché, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia patrimoniale, attribuiva fittiziamente a Paolo Cassani la disponibilità di denaro e di altri rapporti giuridici (in particolare 40 e 80 mila euro, incassati nel 2007, con l’escamotage di finte compravendite immobiliari).

La vicenda si è trasformata subito in un caso politico e Cassani si è presentato il 13 marzo 2015 al circolo di Albenga comunicando la volontà di auto-sospendersi, subito accolta.

Antonino Miceli, capogruppo in Regione per i democratici ha affermato: “Ho conosciuto Paolo Cassani nel 2010, quale nostro iscritto e figlio d’un noto partigiano albenganese. La frequentazione è stata sempre e solo di natura politica. Mai avrei immaginato di vedere un giorno il suo nome associato a quello di Carmelo Gullace e a un reato particolarmente odioso come l’usura. Fermo restando l’auspicio che possa dimostrare la propria estraneità ai fatti, se questi dovessero essere confermati la distanza politica e morale sarà totale. In ogni caso, il ripetersi di episodi di criminalità organizzata impone a politica e istituzioni un ulteriore innalzamento del livello di guardia».