Pubblichiamo il contributo preparato dall’Osservatorio per il sito Frammenti di Storia (disponibile anche su Instagram). Il tema è quello del traffico di internazionale degli stupefacenti, oggetto di numerose inchieste sul territorio Ligure e dettagliatamente riportate dalla Direzione Investigativa Antimafia nella relazione annuale sulla criminalità organizzata per l’anno 2020.
“CEO” del Cartello di Sinaloa: è così che la rivista Forbes descrive Joaquin Guzman Loera, comunemente noto come “el Chapo”, leader di una delle organizzazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti più potenti del mondo nata nella seconda metà del XX secolo a Sinaloa, Messico. Dopo molteplici e rocambolesche fughe, El Chapo è stato definitivamente arrestato nel 2016 per poi essere successivamente estradato negli USA, non prima di aver ispirato l’omonima serie su Netflix. E adesso? Il serpente è senza testa? Nient’affatto. Il Cartello di Sinaloa, le cui entrate annuali – stima Forbes- ammonterebbero a 3 mld di euro, continua ad espandere i suoi tentacoli in tutto il mondo, Italia compresa: qui, in particolare, i narcos sfruttano le rotte che passano per la Sicilia e…per la Liguria. Già, proprio così, la Liguria, i cui porti rappresentano uno snodo cruciale per il narcotraffico. Tuttavia, già da diversi anni la Liguria è ormai considerata una terra di mafia, più in particolare di ‘ndrangheta (i ben tre “maxi processi” celebratisi nella regione e terminati con innumerevoli condanne ne sono la riprova) e dunque il traffico di stupefacenti non può prescindere dalla collaborazione e dell’avallo dalla mafia: a tal proposito, è indicativo quanto esposto dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) nella sua semestrale relazione sulla criminalità organizzata in Italia: fra le tante operazioni di polizia ivi descritte, spicca su tutte l’operazione “Halcon”, incentrata su un’associazione criminale di sudamericani collegata proprio al cartello messicano di Sinaloa e che approvvigionava la droga dalla Colombia. Nel dettaglio, i carichi di cocaina venivano inviati in Italia lungo la direttrice del Messico e della Spagna ed erano destinati a varie piazze di spaccio, tra cui quella di Genova. Tra gli arrestati – sottolinea la DIA – figura anche un pregiudicato sanremese residente in Spagna e ritenuto contiguo proprio alla ‘ndrangheta di Ventimiglia (la cui esistenza è stata definitivamente accertata nel processo “la Svolta”). Solitamente, quando due organizzazioni criminali convergono su uno stesso territorio, o si fanno la guerra o…si associano; nel territorio ligure, sembra proprio che si sia verificata questa seconda ipotesi.
Di seguito pubblichiamo le pagine della Relazione della DIA riguardanti la Liguria:
Frammenti di Storia – Osservatorio Boris Giuliano