Condividi questo contenuto
Novità sul fronte dei beni confiscati della Confisca Canfarotta. 
 
Il Comune di Genova il 14 febbraio 2017 con una delibera di Consiglio ha risposto alla manifestazione di interesse dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati relativa alla Confisca Canfarotta, richiedendo il passaggio di gestione dall’Agenzia al Comune. 
Dopo molti mesi (a quanto pare ai primi di ottobre), l’Agenzia ha risposto favorevolmente, ed adesso gli 11 beni richiesti sono gestiti dal Comune, che ha disposizione diversi strumenti per procedere con la riassegnazione. Già in  campagna elettorale (1)(2) per le amministrative dell’11 giugno il tema dei beni è stato in parte affrontato da più candidati, ma bisogna aspettare il 9 novembre perché ci sia una presa di posizione ufficiale.
 
In questa data, l’Assessore alla Sicurezza, Centro Storico ed Immigrazione Stefano Garassino (che eredita la delega in materia di beni confiscati che fu dell’Assessora alla Legalità e Diritti Elena Fiorini), sollecitato dal giornalista Stefano Origone di Repubblica edizione Genova, annuncia un bando entro l’anno sui beni confiscati acquisiti. 
 
Ricordiamo che degli 11 beni acquisiti quelli da ridestinare effettivamente sono 8: 3 infatti sono relativi all’attività commerciale sita in Piazza San Giorgio. 
L’Assessore parla di 5 magazzini alla Maddalena, Vico del Duca 3r, via Canneto il Corto 25r, via Macelli di Soziglia 4/2, Vico delle Vigne 10r e via della Maddalena 116r, ed uno a Sampierdarena in Via Stefano Canzio. 
In realtà via Macelli di Soziglia 4/2 e Via Stefano Canzio 4/1 sono appartamenti, non magazzini, e non vengono citati Vico al Trogoletto 112r e Via della Maddalena 23r (quest’ultimo è forse considerato insieme all’adiacente Vico del Duca 3r?) 
Abbiamo scritto nel dettaglio di ognuno degli 11 beni qui.
 
L’Assessore rivela inoltre dei particolari del bando:
Le associazioni a cui verranno assegnati, dovranno accettare di prendersi carico dei lavori, peraltro leggeri, e in cambio li affitteremo a canone zero.
 
Entro l’anno vogliamo metterli a bando. I criteri di assegnazione saranno molto restrittivi dal punto di vista della trasparenza. Nessun parente, neppure un amico lontano dei soggetti a cui sono stati confiscati, dovrà prenderli. Anche le associazioni dovranno essere strapulite perché quello che stiamo facendo è un segnale forte in direzione della legalità e a risanare il centro storico. Dare linfa buona a una zona in crisi.

 La cosa ha suscitato delle osservazioni da parte di Stefano Busi di Libera Liguria (vedi articolo) e da parte del Cantiere per la Legalità Responsabile: erano infatti stati stanziati dei fondi destinati alla ristrutturazione dei beni nel Patto per Genova promosso dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, senza contare i fondi previsti della legge regionale antimafia, mai finanziata sin dalla sua entrata in vigore. 

L’altra osservazione importante riguarda il rinvio della costituzione dell’Osservatorio di concertazione permanente sull’uso sociale dei beni confiscati, che era stato previsto dalla delibera di giunta del 9 marzo, immaginato per permettere un percorso più partecipato e controllato per la riassegnazione. Il 16 maggio il Sindaco Marco Bucci, ancora candidato, ne aveva promesso l’immediata convocazione
 
<iframe src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fcantierelegalitaresponsabile%2Fposts%2F1891531324194788&width=500" width="500" height="295" style="border:none;overflow:hidden" scrolling="no" frameborder="0" allowTransparency="true"></iframe>
 
Le ultime novità che si possono dedurre dall’articolo sono su un secondo lotto evidentemente già considerato di beni da acquisire: 
Il secondo lotto ne prevede altri 16 – va avanti Garassino riferendosi a 2 magazzini e 14 appartamenti – stiamo cercando degli sponsor, come fondazioni, che vogliano accettare di accollarsi le spese di ristrutturazione che si aggirano sul milione di euro, secondo la perizia fatta grazie a un contributo della Regione
Si ricorda che la perizia sui beni era stata condotta da Ri.Genova (società ora incorporata in società analoghe in capo alla Regione Liguria) ma condotta solo a metà. Si può supporre dalle dichiarazioni dell’Assessore che la perizia sia stata terminata grazie ad un contributo della Regione, che era stato già promesso in passato.