A seguito delle condanne intervenute nel processo “I Conti di Lavagna”, la ‘ndrangheta nel Nord-Est Italia è un fenomeno che può ormai essere definitivamente letto in chiave unitaria: i forti legami fra le varie locali liguri e piemontesi, più volte accertati e ribaditi nel corso dei diversi procedimenti, altro non sono che fili di un’unica tela che da quasi vent’anni soffoca la Liguria e il Basso Piemonte.
Significativa, su tutte, la riunione che si tenne nel 2010 a Lavagna, nell’Hotel di Paolo Nucera (condannato in via definitiva nel processo “i Conti di Lavagna“) e a cui parteciparono anche il capo-locale genovese Domenico Gangemi (condannato in via definitiva nel processo “Crimine“) e alcuni sodali genovesi poi definitivamente condannati in “Maglio 3“. E ciò senza dimenticare gli stretti rapporti tra i sodali liguri e i sodali del basso Piemonte, condannati nel processo “Albachiara“, e soprattutto il ruolo di preminenza svolto dalle locali di Bordighera e Ventimiglia: quest’ultima, in particolare, nel processo “La Svolta” è stata ritenuta la “camera di controllo” per la Liguria, ossia la locale con il compito di coordinare tutte le altre locali presenti nel territorio limitrofo.
La ‘ndrangheta in Liguria, insomma, è molto di più di un singolo processo, ma è al centro un mosaico ben articolato che l’Osservatorio continuerà ad osservare, approfondire e raccontare.
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