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Nell’ambito del  procedimento, denominato “i conti di Lavagna”, sul presunto radicamento della ‘ndrangheta nel Tigullio (sul quale si è pronunciato il Tribunale, in primo grado, lo scorso giugno) oltre al principale capo d’imputazione, concernente il reato di associazione mafiosa, viene in rilievo anche  il reato di “corruzione elettorale”, altresì aggravata dalla finalità di agevolare l’associazione denominata ‘ndrangheta.

Nel caso che ci riguarda, secondo l’accusa, alcuni esponenti del gruppo criminale di Lavagna (fra cui Paolo Nucera, condannato anche per associazione mafiosa) avrebbero intrattenuto rapporti collusivi con gli esponenti politici Sanguineti e Mondello, “assicurando loro voti in cambio di condotte procedimentali amministrative di favore contrarie ai doveri d’ufficio”.  Nel dettaglio, le utilità assicurate dai politici in cambio dei voti concernevano l’inserimento di un referente del gruppo criminale in una posizione significativa; trattamenti di favore sia nell’ambito della gestione dei rifiuti sia nell’ambito delle autorizzazioni riguardanti il suolo pubblico (primo fra tutti il lungomare).

Decisive sono state le intercettazioni, dalle quali sono emerse “azioni collusive e interferenze nell’azione politica, prima e dopo le elezioni, che rientrano a pieno titolo – secondo i giudici – nell’ambito penalmente rilevante“.  Significativo è il fatto che molti voti si siano concentrati nel quartiere popolare detto “Corea”, ove risiedono sia le famiglie che formerebbero il gruppo criminale sia famiglie con forti interessi imprenditoriali nel lungomare lavagnese e in stretti rapporti con il gruppo.

Le elezioni amministrative a cui si fa riferimento sono quelle del 25 Maggio 2014, che hanno visto la vittoria di Giuseppe Sanguineti. Secondo la ricostruzione dell’accusa, avallata dal Collegio, la stessa Giunta sarebbe stata composta su misura per i Nucera, dal momento che “settori di maggior interesse per Nucera erano proprio nelle mani del Sindaco e del Vice Sindaco“.

Altrettanto cruciale la posizione della Mondello, Sindaco per 24 anni, ex parlamentare, che “conosce bene la politica locale”, in grado “di condizionare o dirigere l’amministrazione locale, organizzando incontri tra cittadini, funzionari, assessori, i quali vi si recavano senza nulla obiettare”.

Lo stesso Paolo Nucera, nell’ambito di una riunione tenutasi all’Hotel Ambra l’8 febbraio 2014, si interroga proprio su quale sarebbe stata la posizione della Mondello (a suo dire decisiva) dal momento, che prima di “spendere apertamente l’appoggio suoi e dei suoi sodali“, Nucera voleva essere sicuro che Sanguineti avesse concrete chances di vittoria. A questa seguono altre riunioni, nel corso delle quali Paolo Nucera continua a discutere delle elezioni con diversi soggetti e riceve promesse di “pacchetti di voti”; il 14 Marzo, poi, Nucera e Francesco Antonio Rodà incontrano il futuro Sindaco, il quale rassicura i suoi interlocutori circa il fatto di avere il sostegno di un altro soggetto, Mandato Ettore, imprenditore interessato ad alcune licenze amministrative e a sua volta condannato per corruzione elettorale assieme a Nucera, Sanguineti e Mondello.

Il 31 Marzo 2014, poi, arriva il sostegno alla lista di Sanguineti anche della Mondello, la quale convoca Paolo Nucera per il giorno successivo nel suo studio a Chiavari; l’1 aprile, poi, Nucera comunica a Rodà, in una conversazione intercettata, la sua volontà di appoggiare definitivamente la lista Sanguineti, pur apparendo contrariato nei confronti della Mondello: secondo il Collegio, questo astio di Nucera potrebbe essere dovuto al fatto che, quando Nucera venne arrestato, nel 2011, per associazione mafiosa (nell’ambito del processo Maglio 3, nel quale fu poi assolto per non aver commesso il fatto) “la Mondello non si spese per difendere la sua immagine”.

L’11 Aprile 2014 la Mondello si schiera pubblicamente con la lista “Movimento per Lavagna”; poco più di un mese dopo, il 25 Maggio, con 2288 preferenze, Giuseppe Sanguineti è il nuovo Sindaco.

Paolo Nucera, inizia a reclamare quanto gli spetta sin dal momento di designazione della giunta, cercando di assicurare ad un loro uomo (imputato poi assolto) un assessorato di peso; tuttavia, Sanguineti, seppur volenteroso di rispettare “gli accordi pre-elettorali”, è intenzionato a conferire sì “un posto di peso e una delega di prestigio” all’uomo di fiducia dei Nucera, ma non l’assessorato.

I Nucera si mostrano insoddisfatti della posizione assunta dal Sindaco, per il quale si sono “spesi spassionatamente” e al quale hanno fatto ottenere “tutto quello che avevano promesso”; infatti, il 29 maggio, sera della riunione per l’assegnazione delle cariche, prima di recarsi in Comune, Sanguineti viene “chiamato all’ordine” da Paolo Nucera. Tuttavia, arrivato all’Hotel Ambra, Sanguineti resta fermo nella sua posizione e ribadisce ai Nucera che il loro uomo avrebbe comunque avuto un incarico di prestigio (consigliere con deleghe, “con il suo ufficio e la sua scrivania, come se fosse un assessore”) e soprattutto che con la delega al demanio, di solito affidata ad un assessore, con la quale avrebbe potuto gestire i chioschi ambulanti sul lungomare, le spiagge, i bagni: “cosa vuole di più dalla vita?”.

Paolo Nucera accetta l’accordo, “a condizione che non vi fossero problemi e che facessero le cose come andassero fatte“; ciò nonostante, contrariato dalla situazione, si sfoga con alcuni suoi interlocutori, ricordando che “lui e i suoi paesani non sono dei pagliacci, e che “quando lui promette una cosa, poi la fa”.

Gli incontri e le conversazioni sul tema proseguono anche dopo l’assegnazione delle cariche. Il 30 Maggio Paolo Nucera si sfoga nuovamente con Mandato Ettore, dicendogli “di aver già parlato con Sanguineti e di avergli detto che la sua scelta, della quale si sarebbe pentito, sarebbe stata controproducente”.

Il 31 Maggio, il Sindaco si reca nuovamente all’Hotel Ambra per tentare di giustificare ancora una volta il mancato conferimento della delega alla nettezza urbana, strategica per la gestione dei rifiuti, all’uomo di fiducia dei Nucera, già privato dell’assessorato promesso in quanto secondo il Sindaco avrebbe “fatto finire tutti in galera”. Peraltro, il Collegio ricorda come il settore dei rifiuti sia poi stato affidato ad un uomo di fiducia della Mondello (poi nominato vicesindaco), il quale avrebbe comunque assicurato “soluzioni conformi al diritto senza scontentare i Nucera”; infatti, il 31 Maggio, il Sindaco rassicura Nucera circa il fatto che, in quel settore, “in ogni caso facciamo come vogliamo noi”.

Disponibile a cercare di porre rimedio agli attriti fra Nucera e Sanguineti e alla delusione dell’uomo di fiducia dei Nucera, deluso per aver ricevuto solo un “contentino”, è la Mondello, avvisata da un collaboratore delle “pressioni modello Calabria” subite dal Sindaco da parte di Nucera e del rischio che il Sindaco sta correndo: “Pino queste cose non le capisce, quella è gente da trattare con cura. Come li ha cercati per i voti, non è che poi…”, “quello è un uomo pericoloso”.

A nulla, quindi, sono servite le difese degli imputati, secondo cui “la conoscenza di un territorio limitato portava le persone a svolgere una campagna elettorale con modalità dirette, andando a chiedere il voto agli elettori che potevano anche avere diffuse conoscenze (così come i commercianti e gli albergatori)”. Al contrario, il Collegio, ritiene che Paolo Nucera sia un uomo di grande potere, in grado di controllare il territorio e di far convergere molti voti su una lista, nell’interesse comune del gruppo familiare.

Quanto al fatto che Sanguineti abbia chiesto voti ai Nucera, questo si desume da numerosi dialoghi (nei quali si parla dei voti che Nucera avrebbe garantito al Sindaco), nonché dai “numerosi contatti diretti fra Sanguineti e Nucera in fase pre-elettorale”. Inoltre, appare evidente come Paolo Nucera abbia cercato di “incassare il prezzo della sua attivazione”, inferendo nella formazione della Giunta e, ancora, come Sanguineti “abbia sempre agito nell’ambito di una dinamica corruttiva, cercando di non tradire il patto pre-elettorale e addirittura trovandosi nella “Imbarazzante situazione” di dover nominare assessore i primi cinque votati”. Infine, secondo il Collegio, dal capo di imputazione inerente la gestione dei rifiuti, è emerso come Sindaco e Vicesindaco abbiano assunto provvedimenti e perseverato “in una situazione di inerzia nell’imminenza della scadenza della convenzione per l’utilizzo dell’eco centro, tutto a vantaggio dei Nucera”.

Quanto alla Mondello, secondo il Collegio è proprio lei a rappresentare, vista la sua popolarità, “il valore aggiunto di questo accordo pre-elettorale“, al punto tale che Paolo Nucera la ritiene decisiva. In particolare, la svolta è rappresentata dall’incontro del 31 Marzo: “quell’accordo sottintende l’interesse dei Nucera di vedere assicurato il mantenimento della gestione dei rifiuti, avviata proprio sotto la gestione della Mondello”.

In definitiva, scrive il Tribunale di Genova, “i fatti così ricostruiti integrano il reato contestato, essendo provato un patto pre-elettorale in forza del quale Nucera Paolo, tramite la propria capacità di condizionamento, è riuscito a portare voti alla lista Sanguineti in cambio della promessa di un assessorato gradito (quello dei rifiuti) e di una condotta amministrativa di favore nel settore in cui la famiglia Nucera esercitava indisturbata la propria attività imprenditoriale da tempo, in forza di una convenzione sottoscritta dalla Mondello e di prossima la scadenza“.