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Tutto come previsto. Oppure no, colpo di scena. Il verdetto odierno del Tribunale di Genova può essere letto in modi diversi e sarà indispensabile attendere il deposito delle motivazioni per capirne il reale significato.
Restiamo al fatto: al termine di un lungo processo in rito ordinario – che ha visto, ad un certo punto, stralciata la posizione di Arcangelo Condidorio, dichiarato incapace di stare in giudizio – anche Paolo Nucera è stato assolto nell’ambito dell’inchiesta Maglio 3.
Anche, dal momento che i suoi presunti compari erano già stati assolti in primo grado, dal GUP Carpanini, sentenza confermata in Appello .

Tutto nella norma, sembrerebbe. Tutto logico e coerente con quanto già accaduto. Eppure ci sono due fatti che meritano di essere evidenziati, in questa sede:

1. Paolo Nucera è stato assolto con la formula “per non aver commesso il fatto”: questo significa che il Collegio non esclude, tout court, che il fatto (dell’associazione mafiosa) sussista. E’ un dato di forte novità, se pensiamo che nell’ambito degli altri giudizi relativi a Maglio 3, la formula di proscioglimento utilizzata era stata sempre “perché il fatto non sussiste”.
Una domanda, a questo punto punto, sorgerebbe spontanea: se non è stato Paolo Nucera, chi ha commesso il reato di associazione mafiosa? Sembra una provocazione, ma in realtà – sotto il profilo giuridico – è una questione fondamentale da chiarire. La sentenza di oggi sembra, infatti, aprire un varco (per la prima volta nel filone “Maglio”) all’ipotesi accusatoria dell’esistenza e del radicamento, nella provincia di Genova, di una consorteria di tipo ‘ndranghetista.

2. Come ricorderete, e come vi abbiamo raccontato, Paolo Nucera è stato recentemente ri-arrestato nell’ambito di una diversa inchiesta (“I conti di Lavagna”), nella quale dovrà rispondere nuovamente dell’accusa di mafia, questa volta formulata in concorso con altri specifici delitti (come il traffico illecito di rifiuti). La nuova contestazione del pm (che, per la cronaca, è sempre Alberto Lari) si fonda su risultanze successive ai fatti di “Maglio” ed inerisce, pertanto, ad un periodo temporale differente: ciò dovrebbe escludere problemi di  bis in idem (è vietato processare due volte lo stesso soggetto per il medesimo fatto, art. 649 c.p.p. ).

A questo proposito, nei prossimi mesi saranno formalizzate le richieste di rinvio a giudizio per i presunti ‘ndranghetisti di Lavagna-Condofuri (famiglie (Nucera-Rodà). Paolino Nucera, in particolare, è considerato uno dei due capi-locale.

Assolto per non aver commesso il fatto, in Maglio 3. Accusato di averlo commesso (in epoca successiva), nei Conti di Lavagna.

Guarda la rassegna stampa –> ‘ndrangheta, assolto Paolo Nucera