Auditorium della Conciliazione, Roma
Plenaria Venerdì 24 ottobre
Roberto Saviano
Twittera messicana, Felina, condivideva delle riflessioni sui narcos del suo Paese. E’ stata ammazzata, il suo account violato: un post “Chiudete i vostri account, non mettetevi in pericolo, chiedo perdono”. Poi è stata condivisa la sua foto, sgozzata. La notizia non ha scosso particolarmente i Governi.
Era già successo a una fashion blogger, decapitata. E poi i 432 studenti sequestrati e non più trovati. Il terrore prova a fermare le parole. Ma una volta pronunciate, le parole dominano le persone, sono pericolose.
Non si sa ancora quale cartello abbia ucciso Felina, ma i principali del Mexico hanno miliardi nella terza banca Usa. I narcodollari hanno invaso anche l’Europa: si parla sempre di singoli funzionari infedeli, ma per queste cifre invece le responsabilità apicale è ineluttabile […]
Occorrono giustizia veloce, dignità della pena carceraria, risorse, beni sequestrati non possono marcire (il più grande zuccherificio del Mediterraneo è andato a bagno).
E’ necessaria la non punibilità di chi denunzia la corruzione. Non abbassare la guardia solo perché non c’è più Dell’Utri al Governo.
Poi c’è il tema della legalizzazione della marijuana, ha cacciato i clan in alcuni Paesi! Mujica in Uruguay voleva combattere il crimine, non è affatto un invito a godere!
Attenzione alle semplificazioni, alle banalizzazioni delle parole: ebola uguale immigrati, terrorismo uguale islam. Pretendete di approfondire, rinunciando alle tifoserie, amate la complessità.
Danilo Dolci usava la potenza del sogno come un’infinita risorsa al cinismo. Ciascuno cresce solo se è sognato.
Luigi Ciotti
20 anni di cammino, abbiamo ascoltato, imparato da tanti. Sappiamo i nostri limiti, conosciamo gli errori, coltiviamo i dubbi, coraggio dell’autocritica. Sono quasi 50 anni di Gruppo Abele. Noi cerchiamo di vedere il bene, dobbiamo sostenerlo. “Del silenzio con cui ho mancato di difendere i deboli dovrò rendere conto a Dio”, diceva don Tonino Bello. Noi dobbiamo seguire questa strada. Siamo chiamati a distinguere per non confondere, evitiamo di cedere all’antipolitica. La liberazione dell’Italia va completata, l’Italia non è libera.
La politica è la più alta e più esigente delle forme di carità (Paolo VI). Non può essere sempre mediazione e compromessi: ci sono buone idee svuotate. Abbiamo permesso noi alle mafie di essere presenti. Il nostro immobilismo è la mafia delle parole. No alla rimozione del passato. Non può essere tutto Totò Riina in questo Paese. Non c’è una strage di cui si sappia la verità intera. Magistrati sono beatificati quando combattono l’ala militare, poi isolati se alzano il tiro alle collusioni con la politica. La stessa antimafia a volte è conformista, poco battagliera, nascosta dietro bandiere e lobbies, non studia. Il problema vero sono i poteri legali che si muovono illegalmente. C’è una mafiosità diffusa. Le mafie non sono un mondo a parte, sono parte del nostro mondo. Imprenditrici, parassiti di un sistema che distrugge il lavoro e la dignità.
Falso in bilancio, auto-riciclaggio, abbiamo bisogno di una legge seria che combatta il furto della corruzione. Ma nel contempo alleviamo coscienze inquiete, refrattarie al quieto vivere, alle scorciatoie. Grande sfida educativa abbiamo intrapreso. Risorse sempre più ridotte, qui si dà addosso a magistratura e forze dell’ordine anziché al crimine organizzato.
Dopo Contromafie nulla dovrà più essere come prima. Giuseppe Dossetti fu un maestro. Un padre costituente. “Senza rinnovamento profondo delle coscienze e delle persone responsabili della vita politica, il rinnovamento sarà più apparente che reale” diceva. Abbiamo un debito con chi non c’è più, dobbiamo riscrivere il vocabolario dell’impegno, uscire dall’ambiguità.
Le cooperative sono una grande realtà, ma non sono nostre! Noi le sosteniamo, le facciamo partire.
Dio è felice quando si cammina tutti insieme!!!! Francesco è con noi, persino la CEI.
Pietro Grasso
I nostri obiettivi sono la legalità e la ricerca della verità. Sono appena arrivato da Buenos Aires. Ho consegnato 210 fascicoli di documenti della Farnesina che riguardavano i desaparecidos argentini. Le esigenze di segretezza sono venute meno di fronte al bisogno di ricostruire storie. Abbiamo anche processato alcuni membri delle giunte militari (processo “Condor”, a Roma, una ventina gli italo-argentini colpiti).
Politica deve rispondere alle esigenze della collettività. Sono stato senatore un giorno solo e ho presentato un d.d.l. su temi cruciali, ma se lo sono dimenticati.
Democrazia è compito non finito, processo continuo, energia dei cittadini è fondamentale. Costituzione è il primo testo antimafioso.
Se molti hanno lo stesso sogno, lì inizia a nascere qualcosa di concreto, di vero, di reale. Contromafie è un luogo di sogno collettivo che si fa realtà.
Nicola Zingaretti
Le parole sono stanche. Io simpatizzavo per Libera, da sempre, dobbiamo impegnarci a non delegare ad altri l’impegno antimafia. La politica in Lazio è stata latitante, spesso inadeguata, dedita al malaffare. Io mi batto per trasparenza, appalti puliti, lotta per le semplificazioni amministrative, rigore, misura nell’esercizio del potere, responsabilità. Tentiamo di ridare ai cittadini fiducia nello Stato, non con gli slogan ma con l’esempio, col sacrificio.
Ignazio Marino
Vedo tante persone impegnate per la giustizia e per la libertà: per noi dignità ha un senso profondo. Dobbiamo tutti sentirci coinvolti, è perdente puntare solo sulla repressione degli apparati preposti. Io mi impegno sui bei confiscati, per promuovere modelli di sviluppo alternativo. Inoltre tentiamo di abbattere corruzione favorendo buone pratiche.
Andrea Orlando
Stiamo lavorando a riforme importanti: legge falso in bilancio, confisca per sproporzione, giornata nazionale antimafia, questi impegni ho assunto. Sovraffollamento è meno traumatico grazie ad una legge varata da questo Governo, dobbiamo cambiare la concezione della pena, misure alternative, no alla vendetta dello Stato [se poi agli impegni seguissero i fatti saremmo più contenti].
Rosy Bindi
Sono molto contenta del lavoro fatto in Commissione, tranne per Forza Italia che ha deciso di non partecipare. Abbiamo adottato un Codice etico rigoroso, ancor più della legge Severino. Non possono annidarsi sospetti di collusione.
Se un magistrato ha bisogno di prove, ai partiti devono bastare gli indizi. Dobbiamo combattere la mafia cambiando il nostro mondo. Lottare contro le disuguaglianze è la priorità, la mafia prospera nella povertà.
Oltre a restituire soldi alla gente, a caso, non dovremmo occuparci concretamente di sanità, scuola, infrastrutture? Ancora dobbiamo lottare contro la sottovalutazione che alberga nella mente di molti, la convenienza con cui alcuni affrontano il tema. Grande silenzio ha avvolto le storie messicane, perché non se ne parla? Non possiamo essere omertosi nei confronti di quel Paese solo perché abbiamo degli accordi internazionali.
La buona reputazione la recuperiamo combattendo la corruzione e la mafia. Francesco ha detto che non c’è rapporto tra Vangelo e Mafia, se non la conversione e il pentimento. In una prospettiva laica, Costituzione e mafia sono incompatibili, cittadinanza e mafia sono incompatibili. Possiamo essere diversi ma abbiamo un patrimonio comune, di cui fa parte l’antimafia.
Don Nunzio Galantini (Segretario della CEI)
Non sono eroi Peppino Puglisi, Peppe Diana, Luigi Ciotti. Dovremmo pretendere da tutti un comportamento come il loro, considerarlo normale. Non ci possono essere commistioni tra vangelo e mafia. Il Vangelo, quando è preso sul serio, e non diviene paravento, è lo strumento più adatto di giustizia e per difendere la dignità degli uomini. Francesco per primo non ha considerato straordinario quello che sta facendo. Dobbiamo considerare normale questa battaglia. Non abbiamo bisogno di una Chiesa in elmetto, ma di una chiesa che esca per strada per imparare lì come dare senso e forma nuova alle Scritture.
Francesco decise di scomunicare gli ‘ndranghetisti! Io non sono stato il primo a parlare di mafia, alcuni miei predecessori si sono impegnati.
Abbiamo fatto un pranzo di preti che si occupano di mafia e ci ha chiamato Francesco per complimentarsi!
Stefano Rodotà
Art 1 capovolto. Lavoro non può essere merce, ricatto. Si fanno battaglie per abolire i diritti dei lavoratori. Lo Statuto era intitolato “Disposizioni sui diritti e la dignità dei lavoratori”: oggi la legge può essere ritoccata ma non si può toccare la dignità del lavoratore! E’ aumentata la povertà in modo massiccio. C’è una responsabilità della politica, e nostra tutta. Davvero tutto ciò che non è reato è accettabile da chi ha responsabilità pubbliche?
Art. 54 c. 2 Cost. le persone che ricoprono cariche e funzioni pubbliche le devono adempiere con disciplina e onore! Non basta rispettare la legge!
Si registra un grave cambiamento culturale. Roosevelt dopo la libertà dal bisogno inseriva la libertà dalla paura. Incutere paura è strumento di governo. Non serve nemmeno la violenza, ci sono comportamenti sotterranei.
Tema capitale è quello della legalità. E’ la sfida dell’oggi. Molte grandi città travolte da scandali corruttivi.
Possiamo accettare che donne rumene si spacchino la schiena a raccogliere pomodori e poi siano pure costretti a rapporti sessuali coi datori orchi? Altro che parlare delle ferie dei magistrati… La dignità della persona va recuperata.
C’è un grande bisogno di solidarietà, dobbiamo amare lo straniero, includere chi più è lontano di noi.
Giovanni Tizian
Condanna processuale deve essere diversa da quella sociale. La buona informazione racconta aspetti anche magari non rilevanti dal punto di vista penale ma fondamentali, da conoscere. Alcuni criminali, in località nuove, hanno scelto un profilo basso, si presentano come imprenditori. Il giornalista deve smascherare queste situazioni. Giornalisti dovrebbero portare all’apertura di indagini!
Un caso: Clan Pesce voleva fermare il pentimento di Giusy, volevano sopirla mediaticamente. Un editore si prestò a pubblicare finte ritrattazioni della Pesce! Una serie di giornalisti sono stati intimiditi.
Caso emiliano: un giornalista indagato per reati finanziari; prefetto di Reggio aveva appena bloccato numerose aziende. Braccio destro di Nicolino Grande Aracri va in tv a parlar male dei provvedimenti del Prefetto!
Serve un’informazione libera, non complice del malaffare. Purtroppo i casi sono numerosi.
Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa
Quando mi sono insediata, ho capito subito di essere entrata in un vortice di emergenza. Mi arrivarono subito i morti. Viviamo un destino di periferia, degrado, abbandono. La povertà condiziona lo sviluppo, il futuro. Non è semplice per me spiegare il mio lavoro, vi invito a venire a vedere. Il sopruso, la mancanza di libertà, le complicità: per anni c’è stato un implicito patto scellerato tra Istituzioni e comunità. Senza un piano regolatore, è stato possibile tutto, di quell’isola si è fatto uso sul piano militare, la Guantanamo del Mediterraneo, un mega CIE doveva avere sede. Tutti gli sbarcati dovevano essere rimpatriati. Siamo stati condannati anche dalla Corte di Strasburgo per queste politiche. Lampedusa è una periferia del mondo, un importante osservatorio da cui comprendere quanto siano inutili le politiche di chiusura. Sono migliaia e migliaia i morti del Mediterraneo.
Non voglio minimizzare sull’ebola ma difficilmente arriverà dal mare e dai viaggi della speranza, dire questo è fare politica sporca.
Abbiamo costruito ovunque, violentando la natura, non abbiamo badato alla difesa idrogeologica del territorio, altro che ebola! Le isole dovrebbero essere aiutate, riconosciuti i loro bisogni. Io vengo dopo un sindaco che è stato condannato per reati contro la Pa. Io ho allontanato i tecnici implicati in queste indagini. Sono stata sola in questa battaglia. Vorrei ora assumere gente onesta al posto di quelli ma non mi è concesso.
Lotta al crimine organizzato va accompagnata al ripristino della legalità. Tante opere sono bloccate giustamente per indagini giudiziarie, ma ad un certo punto i cittadini devono ricevere le opere finite! Non può aumentare il consenso sociale all’illegalità.
Daniela Marconi, figlia di una vittima di mafia
A Foggia si negava sino a poco fa l’esistenza della criminalità organizzata. Un giorno trovai la polizia davanti a casa. Vidi un uomo riverso sulle scale, il pantalone grigio si alzava, sulle calze bianche, riconobbi mio padre. Attendemmo molto per le indagini, mi trovai vicino ai pregiudicati che avevano ucciso mio padre. La nostra giustizia ha messo al centro il reo, meno la vittima. Non si può far pesare su di noi le inefficienze di un sistema che va corretto. Il reato è un fatto socialmente dannoso, non appartiene solo alla sfera privata. Nelle aule di tribunale deve celebrarsi la giustizia, la verità. Non saremo mai liberi finché non si fa chiarezza sulle collusioni tra mafia e politica.
Abbiamo ricostruito con Libera le vicende di tante vittime di mafia, una mafia di nomi, volti e storie. Il 21 marzo è un giorno di arrivo e di partenza. E’ l’ora di avere una giornata nazionale. Solo questo rende tutti i nostri cari uguali, e ne perpetua la memoria.
Ho avuto l’onore di rappresentare i familiari, voglio ringraziare Luigi.
Lucio Cavazzoni
Mi occupo di economia, ecologia, socialità, libertà. E’ rivoluzionario occupare quello spazio. Marisol Espinoza, vicepresidente del Perù, parla della straordinarietà della biodiversità. Si combatte la cocaina. Poi c’è Santiago Paz, che ha studiato un algoritmo: quando cresce il caffè bio, diminuiscono le droghe. Dovrebbe puntarsi su agricoltura sostenibile, artigianale, diffusa vs industriale e di consumo.
4 imprese nel mondo controllano larga parte di fertilizzanti, pesticidi, ricerca. Dovremmo invece credere nell’agricoltura bene comune.
Giuliano Poletti
Dobbiamo far diventare queste esperienze una parte decisiva di questo mondo. Il coraggio e la volontà di pochi sì hanno attecchito in certi luoghi. Dobbiamo produrre nuove opportunità di dignità, promozione di valore e ricchezza, diritti, legalità. [Ma intanto vi cuccate il jobs act].
John Christianssen, autore di Tax Heavens and the criminogenic state
Economista, lavora ad una rete globale contro paradisi fiscali, crimine, riciclaggio, evasione. Di Londra. Ha fatto anche l’agente sotto copertura scoprendo insider trading, conflitti di interesse, donazioni politiche illecite, traffico armi, bustarelle, corruzione, fatture false, mispricing, reati dei colletti bianchi (da leggere sul tema il libro “l’Isola del tesoro”).
G20 in Australia a breve: si punta ad una informazione automatica tra vari Paesi; rivelazione dei veri proprietari delle vere aziende offshore.
Plenaria domenica 26 ottobre
Nardi Suxo Iturri, Ministro trasparenza e anticorruzione in Bolivia
Presidente Morales ha restituito dignità alla nostra terra bellissima precedentemente sfruttata e violentata. Ha creato questo Ministero, prima era un Paese molto corrotto. Mi occupo di prevenzione (promozione culturale diretta ai giovani; accesso libero a conti ed atti della PA, obbligo di rendicontazione dei Ministeri). Tolleranza zero, tre ministri denunziati. Lo scorso lunedì un vice-ministro è stato mandato in carcere per peculato. Dura lotta contro i prestanome, si sequestrano beni.
“Non rubare, non mentire, non concederti pigrizia”: sono questi sono i nostri principi, che derivano dalla tradizione indigena (amasua, amaluglia, amacheia). Oggi il bene pubblico è la nostra stella polare. Non consentiremo più a multinazionali e ladroni di venirci a depauperare. Difenderemo con la vita questa rivoluzione culturale e democratica. 120 milioni di dollari sono stati recuperati, ma nostri denari sono ovunque…necessitiamo della cooperazione di tutti per riuscirvi. Non abbiamo le quote rose, da noi le donne si fanno rispettare da sé!
Turi Benintende, delegato Giovani
Grazie alla Ministra della Bolivia per la lezione di civiltà appena ascoltata.
Giovani Contromafie, Corviale, Campo dei miracoli. Abbiamo conosciuto il calcio sociale, dopo tre gol la palla va passata. Siamo una comunità di persone e di intenti, ci stiamo allargando ma non dobbiamo allargare le maglie.
Immaginiamo la nostra rete fatta di tante corde intrecciate. Lavoriamo sui nostri territori, Contromafie parte veramente da domani. Generazionalità è mettere insieme pratiche e linguaggi; noi ci formiamo, agiamo, facciamo politica, abitiamo il conflitto. Dobbiamo ritrovare la gioia di essere protagonisti.
Non ci interessa il giovani e il meno giovani, ma l’antitesi ieri-oggi. Dobbiamo fare un salto di qualità. I grandi la chiamano legalità e giustizia, per noi è rispetto hanno detto i bambini. Non è come si parla alla gente, ma come si dà loro parola, questo fa la differenza.
Dobbiamo contaminarci e occupare lo spazio vuoto di questo Paese. Con metodi vecchi si fa fatica a incidere, la partecipazione è la chiave ma occorre organizzazione. Siamo in ritardo. La nostra Costituzione è giovane ma il nostro Paese è estremamente vecchio. Rivendichiamo il diritto di sapere. Non occorre parlare di gioventù. Penso ad una macchina: quando uno prende la patente, deve passare dal foglio rosa. Ci vuole una persona dieci anni più grande per fare pratica. Ecco, ci avete accompagnato bene, ora però possiamo guidare da soli.
Noi siamo freschi, ma dobbiamo emanciparci da certe etichette. Non vogliamo la Libera dei giovani, vogliamo una giovane Libera. Amiamo la politica, vogliamo farla. il potere non è un sostantivo ma un verbo, ce l’ha insegnato Carlo Alberto Dalla Chiesa. Quando welfare non funziona, quando scuola è chiusa, quando il lavoro manca, la nostra antimafia deve battersi.
Noi il nostro spazio non lo rivendichiamo, ce lo prendiamo, uscendo da questo auditorium, a cominciare da domani.
Pedro Francisco Paez Perez, Capo sovraintendenza controllo del potere di mercato in Ecuador
In Ecuador stiamo facendo un grande sforzo per andare oltre alla corruzione, come in Bolivia e in altri Paesi. Ci battiamo contro i monopoli, sul controllo esercitato nel nostro Paese dalle aziende estere. Combattiamo le oligarchie seguendo i soldi. 137 aziende controllano il 40% Pil mondiale, too big to jail.
La mafia acquisisce potere quando aumenta la povertà. L’ipertrofia dell’ambiente finanziario asfissia le strutture produttive. Abbiamo avuto 30 anni di capitalismo dopo le dittature, poi neoliberismo dei Reagan e Thatcher per risolvere l’impasse. Crollano i profitti per la maggior parte degli operatori, ma 200 multinazionali continuano a guadagnare molto.
Restituzioni lavori di gruppo
Per una parola di libertà e dignità
Leopoldo Grosso
-Diritti sociali sono diritti di carta spesso. Grande stagione degli anni ’60-’70 è finita, si registra una povertà materiale e culturale, il Sud sta sempre peggio. Si perde il lavoro, il welfare è stato tagliato.
-La droga genera 300 miliardi di dollari e causa 20 mila morti attualmente, legalizzazione potrebbe creare nuove condizioni.
-I detenuti devono scontare la pena, ma non essere privati dei loro diritti (salute, istruzione…). Dovrebbe puntarsi sulla giustizia riparativa, volontariato in carcere, l’art 27 c. 3 della Costituzione rappresenta il nostro faro.
Per un sapere di cittadinanza e responsabilità
Fernando Romeo, detto Nando, Dalla Chiesa
C’è un bisogno di formazione, che si esprime in aree differenti. Occorre valorizzare le buone pratiche, i progetti. E’ necessario semplificare, la complicazione è uno strumento per corrompere. Molti professionisti sono collusi. Tempo pieno è necessario alla scuola primaria, per costruire comunità e combattere davvero le mafie e certi disagi. Urge una legge sul diritto allo studio.
Una simile mobilitazione, con uno sforzo intellettuale notevole, deve cambiarci: se si incomincia dai bambini, e se dopo 30 anni siamo ancora allo stesso punto, con gli stessi problemi, dobbiamo renderci conto che qualcosa non è funzionato. In cosa abbiamo sbagliato? Facciamo antimafia da molto tempo ma le mafie sono più forti di prima. Siamo critici anche nei confronti di noi stessi! Ai complici, codardi e cretini dobbiamo opporre una generazione di corretti, coraggiosi e competenti! E’ il teorema delle 3 C.
Il 4 dicembre 2014 l’Università di Milano conferirà a Ciotti una laurea ad honorem in comunicazione ed impresa pubblica.
Per un dovere di informazione e democrazia
Marcello Sansoni
Ci sono molti libri e film sulla mafia, di livello differente e a volte inadeguati. La Rai come servizio pubblico va difesa se ne vale la pena, non per principio. Ora ci sono molte più fonti, il pubblico televisivo è anziano e spesso non preparato. Via i partiti, le lobbies, più rigore e trasparenza, non guasterebbe subordinare le nomine dirigenziali ad un concorso. Troppe persone si occupano di Rai ma molta confusione e poca strategia. Conflitto d’interessi non è mai stato affrontato
In più, il quarto potere è spesso sotto tiro: querele, minacce, fango. Informazione deve essere libera. No al carcere per giornalisti, sanzionare con severità le querele temerarie è necessario. Libertà di coscienza nel rispetto della deontologia professionale.
Per una politica di legalità e trasparenza
Umberto Ambrosoli
Urgono nuove norme in tema di appalti, cittadinanza più consapevole, che segua i soldi e ne studi l’impiego. Basta con le offshore, c’è allarme per tutte quelle procedure che drogano il mercato e la democrazia. La finanza è divenuta sistema con conseguenze disastrose. Supportiamo chi lotta per far emergere certe operazioni losche, che creano sperequazione. Serve una Procura europea contro i traffici illeciti. Dobbiamo impegnarci nel piccolo e nel grande, guardare vicino e lontano. Negli Usa ad un certo punto c’è stata una svolta: nell’800 vi era una situazione di grave corruzione, poi ha trionfato il civismo. La rotta può essere invertita anche qui.
Per una domanda di giustizia e di verità
Daria Bonfetti (familiare vittima di Ustica)
Ci siamo occupati di giustizia penale, civile e sociale. Diritto alla verità, alla storia, alla memoria, alla fruibilità delle informazioni. Testimoni di giustizia sono una grande risorsa, devono assumere un maggiore protagonismo. 21 marzo deve diventare giornata nazionale dedicata alle vittime di mafia.
Per un’economia di solidarietà e sviluppo
Valentina Fiore: Economia è scienza del governo della casa, oikos in greco. Ultimamente il profitto prevale
Interventi finali
Giancarlo Caselli Arrivo volontario a Palermo dopo le stragi e facciamo resistenza. Abbiamo meno o male salvato il Paese dalla deriva stragista. Decisivo si rivelò il coinvolgimento dei cittadini. La Palermo dei lenzuoli prima, l’organizzazione di Libera poi. La mafia uccide meno persone ma più speranze. Voi ragazzi invece le coltivate. Grazie Luigi, e anche se so che non ami ciò che sto per dire, voglio manifestarti la più piena solidarietà per le vili minacce subite.
Vice-Ministro Sviluppo Economico Faremo prestiti agevolati per favorire sviluppo e consolidamento cooperative. Poi accesso preferenziale al fondo di garanzia. Linguaggio economico è freddo, lo so, ma si tratta di conseguire obiettivi concreti e importanti. Un nuovo Rinascimento è alla nostra portata!
Manifesto di Contromafie: per andare oltre insieme
BASTA MAFIA, ORA!
Assistiamo alla globalizzazione dell’illecito, complici ovunque. Scelte di vita e pratiche quotidiane occorrono, unite alla consapevolezza degli errori commessi. Riforma delle coscienze non più procrastinabile. Affermazione dei diritti, dobbiamo vivere l’etica. Ecco una serie di proposte:
-reddito di cittadinanza, rendiamo illegale la povertà
-dignità nelle carceri
-formazione continua dei cittadini, centralità scuola e sport
-difesa della libertà di informazione e competenza
-rompere i legami mafia-politica, legge anti corruzione più seria
-estensione dei mezzi di indagine più efficaci ai reati satellite della mafia, più risorse, ripensamento della funzione della DIA
-21 marzo giornata nazionale
-tutela legale e solidarietà reale ai familiari delle vittime, desecretazione atti pubblici, bisogno di verità
-contrasto all’economia illegale, riciclaggio, racket, usura, azzardo
-introduzione dei reati ambientali nel codice penale
Laura Boldrini
Siete pericolosi, perché osate chiedere un cambiamento della società, pretendete che ognuno eserciti la propria responsabilità. Nessuno si occupa più del Meridione. Giustamente dite che ci vogliono più scuole, più lavoro, più diritti. Sono armi letali queste. Principio di legalità va coniugato con quello di uguaglianza. La tolleranza zero si è applicata con i più deboli ma mai verso chi li sfrutta. Vediamo denaro che non genera lavoro, ma altro denaro, senza regole. Questo tipo di accumulo selvaggio favorisce la mafia. Io combatto ogni giorno chi delegittima il Parlamento, mi impegno a trasformare proteste in riforme. Rispettate il Parlamento, senza di esso non avremmo la democrazia. Quant’è colpevole chi ha ricoperto inadeguatamente certe cariche! Politica deve fare sino in fondo pulizia. Infine, mi impegnerò per sottrarre il vitalizio ai condannati per mafia e corruzione. E’ inammissibile.
Don Luigi Ciotti
Non prendiamo in giro i bimbi, come quelli di Corviale, rinnoviamo il nostro impegno. Non conta il dato anagrafico, abbiamo bisogno di essere freschi, giovani dentro. Dopo 20 anni siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno, a ripensare la nostra organizzazione. Abbiamo permesso noi alle mafie di essere forti, da due secoli le abbiamo in casa. La nostra spinta propulsiva in alcuni contesti si è esaurita. Antimafia è un problema di coscienza, non è un mestiere né una carta d’identità. Dobbiamo avvertire il morso del più, la frusta dell’oltre. Facciamo la fame piuttosto, ma non accettiamo compromessi. Non accettiamo le banalità, società civile buona contro politica cattiva. Assumiamoci le nostre responsabilità e distinguiamo. Togliamoci etichette e uniamo le forze. E’ triste vedere che certe forze non partecipano ai lavori della Commissione Antimafia. Usciamo dalla logica dell’emergenza e impegniamoci nella quotidianità. Abbiamo fatto cose grandi, dobbiamo riflettere, non cedere a schemi collaudati, logori a volte, non più capaci di mordere. Non può esserci etica senza politica. Non fidatevi dei cristiani che non incidono la crosta della civiltà. Siate autentici sovversivi.